Con la pandemia c’è stata un’esplosione di liberi professionisti sul web. Anche tutti quelli che prima dicevano “non mi interessa”, “non ne ho bisogno”, “non fa per me”, hanno iniziato a credere nei presidi social come strumenti validi per valorizzare e migliorare la propria posizione professionale.

Diventa quindi centrale saper utilizzare i social network, ma il problema è che molti non sanno come fare: da dove partire, cosa dire, come organizzare i loro contenuti (così spesso li delegano con scarsi risultati, ma questo richiede un post a parte).

Innanzitutto, ricapitoliamo ancora una volta “perché” abbiamo bisogno di produrre contenuti?

Per tre ragioni moto semplici:

 

✎ 1. Perché cercare risposte è tutto ciò che fanno i clienti prima di acquistare.

Per cui, se i clienti trovano le tue risposte e le considerano soddisfacenti vanno avanti, altrimenti, cambiano strada o abbandonano il percorso che li avrebbe condotti all’acquisto.

✎ 2. Perché se vendi un prodotto, o un servizio complesso, l’unica carta che hai a disposizione è quella di renderlo semplice: spiegandolo, facendone capire gli utilizzi e i benefici (quindi come potrebbe risolvere un potenziale problema). Se invece non c’è prodotto, ma il prodotto sei tu, sono le tue competenze, non hai alternative: devi imparare a promuoverti!

✎ 3. Perché il modo migliore per costruirsi una reputazione positiva è offrire con costanza contenuti rilevanti, di valore, originali. Solo così le persone saranno portate a seguirci nel tempo, a consigliarci ai propri amici e vederci come fonti autorevoli e degne di fiducia (l’elemento chiave per il quale un professionista viene scelto, scartato o preferito a un altro).

Il nostro lavoro online inizia, dunque, nel momento in cui pensiamo al problema del nostro cliente. La missione è quella di creare contenuti che consentano di far incontrare i nostri obiettivi di business con i bisogni delle persone, senza vendere ma facendoci scegliere. Su che cosa dobbiamo lavorare quindi?

༄Contenuti e “fama” cercando di farci precedere da quest’ultima, per evitare in seguito di spiegare come creiamo valore, cosa siamo o non siamo in grado di fare, negoziare sul prezzo.

Non è certo una novità che la reputazione sia un passepartout non solo per creare un rapporto di fiducia, ma anche per stabilire il prezzo che si è disposti a pagare in cambio di quel valore.

Ricordo ancora le parole del mio cardiologo «i pazienti vengono da me non perché sono economico, ma perché sono rinomato».

༄E allora: quali tipi di contenuto possiamo utilizzare per iniziare a piantare i semi di un personal branding che preceda una possibile relazione di lavoro?

Poiché citare la fonte è importante, vi dico subito che – per rispondere a questa domanda -, ho preso a prestito i proclami elencati da Blair Enns nel testo The Win Without Pitching Manifesto.

 

Tre cose da fare subito con i contenuti se sei un libero professionista.

Aiuta gli ignari. Scrivi e fatti trovare

Dona per ricevere: educa; spiega che cosa fai. Produci informazioni in grado di fornire una risposta a un bisogno e spiega perché quella risposta sei tu! Mostra perché sei unico e tutti i tuoi punti di forza.

Ispira gli interessati.

Motiva: fai leva sui desideri latenti, nascosti da qualche parte ma pronti a venir fuori se opportunamente stuzzicati. Trasforma quindi la piccola scintilla di interesse in una fiamma.. raccontando come. Tira fuori le cose che hai risolto, mostra casi e storie in cui identificarsi.

Rassicura chi è intenzionato.

Costruisci relazioni: crea conversazioni ed eleva al quadrato la fiducia.

I social sono un impegno, richiedono tempo e costanza per ottenere risultati. Per postare, bisogna avere qualcosa da dire e quel qualcosa, se sei un libero professionista, sei tu! Riguarda te stesso, ciò che fai, quanto ne sai e come lo fai. Se hai tempo e pazienza ti ripagheranno, se hai fretta e vuoi ottenere subito risultati dovrai investire denaro; tuttavia se sei “piccolo”, se sei solo nella tua impresa e non sei strutturato per rispondere a un flusso di richieste più grandi, ti basteranno pochi veri followers e potenziali clienti affezionati.

Non ha alcun senso crescere se non si possono mantenere le promesse..per il resto, è tutta una questione di giuste domande, capacità di risposta e immedesimazione: smetti di pensare con la tua testa e inizia a ragionare con quella del tuo cliente!