Professione modella: veloce, caotica, estremamente competitiva. In una parola “tosta”! Può sembrare facile: viaggi, shooting, copertine, party esclusivi. Può apparire un mondo dorato e superficiale, in realtà ha delle regole ferree e precise: bisogna avere piedi a terra e nervi saldi, essere disposte a cambiare stile di vita, fare sacrifici, sviluppare tanta pazienza, prepararsi e mostrare forte personalità e disciplina. Dura nel tempo chi ha davvero stoffa! Ho approfittato di un lungo set fotografico, per intervistare l’advisor del mio team moda, Luigi Bilancio, per dare risposte alle domande più gettonate che arrivano ogni giorno nei nostri direct su Instagram e portarvi con noi nel meccanismo della moda 4.0 che oggi coinvolge, non solo gli addetti ai lavori, ma anche i prospect!

La moda è sempre più veloce, oggi il fashion system corre al ritmo del web che ha fagocitato anche questo mondo, rivoluzionando tempi e strategie dei marchi di lusso. Non c’è brand che non sia sui social network: Instagram soprattutto, il maggiore veicolo di contenuti moda. Essere alte e carine non basta più, Gucci in questo senso ha fatto scuola! I marchi sono costantemente alla ricerca di new faces spesso riciclate nel giro di sei mesi; occorre avere una spiccata personalità, in grado di attrarre l’attenzione del pubblico sempre più coinvolto nel processo comunicativo. La modella bella e muta è ormai out, la moda esige nuovi contenuti e, in questo contesto, vince chi è psicologicamente più forte. «La prima regola» spiega Luigi Bilancio fondatore della storica agenzia di modelle Clarence Management con base a Napoli e Milano «è quella di affidarsi a un’agenzia accreditata e non fidarsi di chi propone successi immediati e corsi di portamento o book a costi stellari senza offrire un futuro».

L’agenzia capisce subito il potenziale di una ragazza?

«Sì, dal primo colloquio si analizzano tutte le potenzialità di una modella, dopo di che, si passa alla fase di preparazione».

Cosa succede superati i primi test di prova?

«Con l’aiuto dei booker e dei fotografi di moda, con i quali ci confrontiamo tutti i giorni sulle new faces, si realizza il materiale base per iniziare a lavorare come: book, polaroid, video di presentazione, composit. Materiale che, ancora oggi, molte modelle neanche immaginano di dover realizzare perché danno per scontato che si possa lavorare per “amicizia” o, addirittura, per numero di followers, foto ed engagement su Instagram».

E non è così?

«Assolutamente no! Un conto è avere una community sui social e farsi pagare come influencer per i post in collaborazione con i marchi, un altro è lavorare con la propria immagine per la moda: sfilare, posare per copertine internazionali, saper stare su un set, dietro un backstge, eseguire una coreografia».

Quindi chi non è preparata deve lasciar perdere? 

«Più che altro deve studiare, seguire i consigli di chi sa come ci si muove in questo ambiente, avere l’umiltà di aspettare il momento giusto».

Come bisogna presentarsi di fronte ai booker?

«L’errore numero uno da evitare, è quello di presentarsi in agenzia super truccate, su tacchi vertiginosi e capelli appena fatti dal parrucchiere. Vale per noi, come per i casting. La regola vuole tutt’altro, ovvero: presentarsi senza un filo di trucco, vestite comode: anche sportive volendo. La modella deve curare la pelle e il corpo perché sono le sue fonti di guadagno, non mascherarle. Oggi bisogna avere anche carisma, personalità e curare il proprio personal branding, perché a chi lavora con la moda attualmente è richiesto un linguaggio comunicativo spiccato, al servizio dell’agenzia e del marchio per cui lavora».

Quali requisiti fisici e caratteriali deve avere chi vuole vincere in questo ambiente?

«Non ci sono dei canoni ben precisi, anche perché ogni ragazza può essere adatta ad una “categoria”: modella commerciale, modella editoriale…ci sono modelle che lavorano solo per beauty e accessori, modelle da passerella. Ognuna ha la sua particolarità, deve solo saperla sfruttare e metterla in risalto con l’aiuto del booker che la segue. Un esempio lampante è Kate Moss che, pur essendo alta 1 metro e 70, è diventata una modella da sei milioni di dollari».

Una dritta per durare?

«Impegno, costanza e dedizione ed essere sempre pronte a viaggiare per le capitali della moda!».

E per sfondare?

«Un insieme di fattori che non dipendono soltanto dalla bellezza o dall’attitudine, per sfondare conta ancora la regola di trovarsi “nel momento giusto, al posto giusto”..a quello però, di solito, ci pensiamo noi che facciamo da filtro e abbiamo un rapporto diretto con i brand che ci ingaggiano per comunicare o lanciare nuove collezioni».

A proposito di nuovi marchi..sei anche il direttore creativo di molte campagne. Come si comunica la moda oggi? E quali strategie deve utilizzare un brand nascente per lanciarsi sul mercato?

«La comunicazione oggi richiede strategie mirate e sempre più precise! Un brand nascente deve avere, innanzitutto, le idee chiare e un’identità ben definita. Il fai da te non paga, soprattutto quando si cerca un posizionamento in un mercato sempre più concorrenziale e veloce. La strada da percorrere è multicanale e mette al centro il cliente in tutti i processi. Oggi abbiamo a che fare con clienti evoluti ed estremamente digital, persone che hanno bisogno di riconoscersi in un messaggio, in una storia e vogliono avere un contatto diretto con il marchio. Il brand deve avere una voce unica, una personalità e un messaggio riconoscibile su tutti i presidi che sceglie di avere sia online che offline. Affinché un brand abbia successo deve far innamorare il suo pubblico veicolando valori e il proprio personal branding, quello che ti permette di farti scegliere come professionista e amare come marchio. Solo dopo aver sedotto il tuo cliente riuscirai a passare al lato pratico: cioè la vendita. Per questo è necessario affidarsi a dei consulenti professionisti del ramo e, sottolineo, ramo: un conto è infatti preparare campagne food, per esempio, un conto è confezionare campagne moda. Oggi, invece, tutti vogliono fare tutto..ma per fare tutto o sei in grado di dotarti di reparti e divisioni specifiche per ogni settore – un po’ come facciamo noi col nostro team -, oppure, devi decidere cosa vuoi fare. Vale il discorso fatto finora, per portare risultati devi scegliere a chi rivolgerti».

Conta ancora l’offline nel mondo della moda?

«Assolutamente sì! Al di là del retail fisico che oggi vive una crisi che è soltanto strutturale per l’incapacità di abbracciare e gestire l’innovazione da parte di alcuni, i brand – soprattuto di alta moda -, rimangono ancora legati alla carta stampata, pubblicazioni su riviste e grandi eventi».

 

 

 

 

Perché una modella oggi dovrebbe affidarsi a un’agenzia piuttosto che promuoversi e trovare lavoro attraverso i social media?

«Perché si tratta di un lavoro vero e non di un gioco per guadagnare in attesa che accada altro! Chi si affida a “modelle” trovate per caso nella rete poi viene da noi perché non è soddisfatto del risultato. Non mi preoccupo di questo fenomeno perché spesso si tratta di meteore che non sanno nemmeno gestirsi dal punto di vista commerciale. Le nostre modelle sono tutelate da contratti e seguite con obiettivi di crescita. Questo è un lavoro e, come tutti i lavori, bisogna sudare perché nulla ti viene regalato».

A chi crede che servano scorciatoie?

«A queste persone posso solo dire che..alla lunga…non pagano».

Di Daniela Iavolato

Ⓒ All Rights Reserved

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutte le foto rappresentano i nostri modelli e le nostre modelle e provengono dall’archivio fotografico dell’agenzia Clarence Management.